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Gianna Nannini incontra i bimbi malati all’ospedale Meyer

«Siete costruttori di speranze. Non ho mai visto un ospedale così bello». Per il progetto ‘Siae per gli Ospedali Pediatrici Italiani’, la rocker Gianna Nannini ha fatto visita, quersta mattina, ai bambini ricoverati all’ospedale Meyer di Firenze. «Si pensa che all’estero si facciano cose migliori – ha detto -. Ma per la salute noi siamo i più bravi». Con lei era presente l’assessora all’educazione Cristina Giachi.
La cantante ha incontrato anche i genitori: «Ho cercato di essere rock and roll e di dare loro forza, così i bambini riescono a vivere meglio la degenza».
Il progetto ‘La Siae per gli ospedali pediatrici italiani’è nato quest’anno per sostenere tre strutture pediatriche italiane d’eccellenza come Il Bambino Gesù di Roma, l’Istituto Giannina Gaslini di Genova e, appunto, l’ospedale Pediatrico Meyer di Firenze, per aiutare con una donazione i singoli istituti impegnati nella ricerca medica fondamentale per i piccoli pazienti ricoverati.
Per ogni ospedale la Siae (Società Italiana degli Autori ed Editori) finanzia un particolare progetto e organizza incontri con personaggi popolari per regalare, anche per un solo giorno, un momento diverso ai bambini. A Firenze viene finanziato il ‘progetto adolescenti’ che si propone di creare, all’interno del  Meyer, un’unità dedicata alla cura degli adolescenti e giovani adulti (dai 14 anni) con patologie oncoematologiche.
Si tratterà di un team multidisciplinare, per occuparsi globalmente dei ragazzi affetti da queste malattie, anche sul fronte psicologico e relazionale, assai delicato anche in ragione dell’età di questi pazienti. Un capitolo importante di questo progetto – per avviare il quale serviranno complessivamente 50mila euro – è costituito dalla ricerca.
In particolare, grazie ai fondi raccolti, si lavorerà, in collaborazione con l’Università di Firenze, a un progetto sulle cellule staminali mesenchimali (MSC), cercando di farle agire come agenti terapeutici nei confronti delle cellule neoplastiche stesse. In particolare le MSC, per la loro caratteristica intrinseca di essere richiamate all’interno del tumore, possono essere opportunamente ‘modificate’ per trasformarle in veri e propri ‘cavalli di Troia’, inducendole ad esprimere molecole killer o caricate con farmaci antiblastici da veicolare in prossimità delle cellule tumorali (‘cellule
mesenkiller’).
Oltre a questo progetto, per la cura di alcune malattie neoplastiche che colpiscono gli adolescenti, verrà sviluppato ulteriormente, come alternativa terapeutica in casi refrattari alle cure tradizionali, il programma di trapianto emopoietico, utilizzando una particolare tipologia di trapianto, cosiddetto “aploidentico”, che utilizza i genitori o i fratelli semicompatibili come donatori.
Gli operatori (medici, psicologi, infermieri) chiamati a lavorare in questo team verranno formati ad hoc e si lavorerà anche in collaborazione con importanti centri italiani e internazionali, potenziando le collaborazioni già in essere (come quella con l’ortopedia oncologica di Careggi) e creandone di nuove.

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