Nato 200 anni fa e diventato il padre della cucina italiana, Pellegrino Artusi (1820-1911) è stato ricordato oggi a Firenze, in piazza D’Azeglio, proprio davanti alla casa (al civico 35) che lo ospitò per molti anni. Artusi, autore del celebre libro ‘La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene’, diventò lo scienziato dei fornelli proprio nel capoluogo fiorentino. Ad aver organizzato la giornata Luisanna Messeri, volto della cucina italiana in tv, autrice del libro ‘Le stories di #Artusi’ in cui ricostruisce tappa per tappa l’esistenza di Pellegrino sottolineandone il ruolo attivo nella vita culturale di Firenze Capitale e ‘Marietta’ ad honorem, riconoscimento riservato a chi promuove la figura di Artusi.
Tra i presenti, la vicesindaca Cristina Giachi, il presidente del consiglio regionale Eugenio Giani, lo storico Zeffiro Ciuffoletti e il pronipote Luciano Artusi. Coinvolti nell’iniziativa anche l’Unione regionale cuochi toscani, l’associazione cuochi fiorentini, associazione ristoratori Firenze-Confcommercio, la Venerabile Confraternita de’ Quochi e una rappresentanza degli istituti alberghieri toscani.
“Fu protagonista di un’unificazione profonda e radicale del popolo italiano – ha sottolineato la vicesindaca Giachi – non solo sintetizzando e raccogliendo ‘il cucinare’ ma anche scrivendo ‘del cucinare’. In questo modo Artusi dette un primo saggio della nostra lingua che ha sancito, in quello scorcio di Ottocento, l’Unità del Paese. Siamo felici che Firenze e la Toscana riscoprano una delle anime ispiratrici del bel pensare, del bel vivere, del saper fare, del godere della natura e di ciò che offre. La sua memoria, oggi, ci regala un rinnovato spirito”.
“Pellegrino – ha detto Messeri – parla della cucina con una lingua bella, morbida. È un esempio per noi donne e anche per i giovani”.