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Al Museo della Scuola mostra sul pensiero di pace di Maria Montessori

Una mostra sul pensiero di pace di Maria Montessori interpretato dal disegnatore Gianluca Foglia, in arte Fogliazza. È stata inaugurata ieri al Museo della Scuola di Firenze, ospitato alla primaria Vittorio Veneto, l’iniziativa che intende sensibilizzare l’opinione pubblica, le istituzioni e tutto il mondo della scuola, a mettere in atto azioni concrete per agevolare il protagonismo dei ragazzi e per accompagnarli ad una crescita responsabile e consapevole. Era presente la vicesindaca e presidente della commissione istruzione dell’Anci Cristina Giachi.
Attraverso i disegni dell’artista si condividerà il messaggio di pace che Maria Montessori ha consegnato all’umanità, il grande patrimonio del suo pensiero e del suo impegno che la portò ad essere una dei candidati al Premio Nobel. L’obiettivo è anche quello di dare la possibilità di interrogarsi e riflettere insieme sulle devastanti ripercussioni che hanno le guerre sul mondo dell’infanzia e sul tema di una efficace educazione alla pace. La mostra è costituita da due sezioni: una dedicata a tematiche che si rifanno a contenuti sociali, umanitari, attuali e quotidiani, in cui il tratto utilizzato dall’artista è quello essenziale della vignetta satirica. La seconda sezione vede una netta differenza di stile, anche dovuta alla differente tecnica utilizzata dal disegnatore ed il tema centrale è quello della guerra e della pace. Ogni disegno di questa seconda sezione è ispirato a una frase di Maria Montessori tratta dal libro “Educazione e pace”.
“Il metodo Montessori è straordinariamente adatto ai nostri tempi – ha sottolineato la vicesindaca – in un tempo dove tutto va veloce il tempo del pensiero è stato molto ridotto. Montessori ci ha invece insegnato a pensare facendo le cose”. “È stata poi azzeccata – ha aggiunto – la scelta di ospitare questa mostra nel Museo della Scuola. Qui non si celebra solo un pezzo del nostro passato. La storia è prendere confidenza con quello che siamo oggi noi, mettere in contatto con la dimensione del tempo che passa perché la storia è una dimensione della nostra esistenza. E attraverso una mostra così si trova un modo molto bello di trasmettere il senso della storia”.