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Il ministro Moavero: “Un errore la mancata riforma dell’Ue”

“Il mondo cambia intorno all’Europa, le necessità dei cittadini cambiano, di qui l’obbligo dell’Ue di tenersi al passo coi tempi, di riformarsi” e questo “andava fatto già alcuni anni fa, all’indomani del cambio geopolitico sconvolgente” della fine degli anni ’80 e dei primi anni ’90. Lo ha detto il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi nel suo intervento alla seconda giornata di State of the Union. La mancata riforma “è stata un errore”. Il nuovo parlamento che uscirà dalle elezioni del 26 maggio “potrebbe contribuire a riforme significative” che possono essere realizzate “senza la riforma dei trattati” anche attraverso un accordo interistituzionale tra parlamento e commissione.
Secondo il ministro degli esteri l’Europa “è contestata nel funzionamento, non nei fondamenti” e quindi occorre cercare “di trovare un percorso che possa permetterci di migliorarla”. Per Moavero l’attuale “politica estera dell’Ue è evanescente” e le ragioni sono legate al fatto che “ciascuno stato membro è geloso della sua sovranità” ma anche all’unanimià richiesta per le decisioni. “Bisogna – ha sottolineato – poter decidere a maggioranza”.
L’Europa “non può essere così latitante” sulle politiche migratorie e non può lasciare alla geografia o alle scelte dei trafficanti di esseri umani la maggior parte degli arrivi o degli oneri per sostenere questo ad alcuni Paesi”. Una grande politica delle migrazioni “va immediatamente varata” su impulso del parlamento. Occorre, ha concluso il ministro, “agire in Paesi di origine e transito, aiutare i Paesi da cui partono i migranti con un grande piano per l’Africa, condividere gli oneri legati all’ eventuale concessione del diritto di asilo”.