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L’ultimo sogno di Zeffirelli è la Traviata a Verona

É una magia che si rinnova da 106 anni. Dall’estate del 1913, quando una geniale intuizione del tenore Giovanni Zenatello diede vita al primo festival lirico all’Arena di Verona. E questa sera, l’edizione 2019 della rassegna operistica nel più grande teatro all’aperto del mondo, è stata inaugurata – in mondovisione con un allestimento kolossal – con il tutto esaurito e l’omaggio a Franco Zeffirelli, scomparso sabato scorso, che firma regia e scene de La Traviata. L’ultimo capolavoro del regista fiorentino, che in apertura dello spettacolo riceve un tributo: un video di 3 minuti dedicato a “Franco Zeffirelli creatore di sogni” che si apre sulle note di “Amami Alfredo” e si chiude con un “all right” del maestro fiorentino che manda un bacio. Prima c’era stato l’inno nazionale di Mameli, eseguito dall’orchestra della Fondazione Arena, diretta da Daniel Oren, per il Presidente della Repubblica, ospite d’onore di questa prima. Sergio Mattarella al suo arrivo in Arena è stato accolto dal coro dell’Arena con bandiera tricolore e dal sindaco scaligero Federico Sboarina e poi accompagnato sul palco reale dalla sovrintendente dell’ Arena, Cecilia Gasdia.
Tra gli ospiti della prima, anche la Presidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati e tre ministri.
Per il Comune di Firenze era presente la vicesindaca Cristina Giachi.
Questa è la nona Traviata di Zeffirelli, che conosceva l’opera di Verdi da sempre e forse meglio di chiunque. Il suo battesimo con l’opera per antonomasia avvenne nel 1958 a Dallas con Maria Callas nei panni di Violetta Valéry, ruolo affidato questa sera al soprano polacco Aleksandra Kurzak. Nei panni di Alfredo il tenore Pavel Petrov, come Germont è tornato il baritono Leo Nucci.
I costumi sono di Maurizio Millenotti, la coreografia dell’étoile Giuseppe Picone. L’allestimento kolossal è tra i più ambiziosi mai realizzati dai lavoratori veronesi e corona il sogno di Zeffirelli dopo 60 anni di lavoro sull’opera verdiana.
Domani sera il Festival lirico proseguirà con Aida, nella riedizione del 1913: sarà la recita numero 700 dell’opera di Verdi.