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Sicurezza, accordo prefettura – università

Nuovi sviluppi per la sicurezza urbana grazie alla ricerca e alla tecnologia. E’ l’obiettivo della convenzione firmata oggi a Palazzo Medici Riccardi tra il prefetto Laura Lega e il direttore del dipartimento di architettura dell’Università di Firenze Saverio Mecca. In base all’accordo la prefettura renderà disponibili i dati consolidati e disaggregati sui reati predatori, commessi nel Comune di Firenze, al dipartimento accademico che li utilizzerà per implementare lo studio che da tempo conduce sulle correlazioni tra ambiente urbano, criminalità e sicurezza (sia reale che percepita). Alla firma erano presenti anche la vicesindaca Cristina Giachi e i vertici provinciali delle forze dell’ordine.
L’intesa, nel rendere più stretta e costante la collaborazione tra le due istituzioni, permetterà alla disciplina urbanistica di apportare un contributo importante alle politiche di sicurezza urbana. La ricerca universitaria, infatti, avvalendosi dei dati concreti sui reati (forniti in forma anonima) e integrandoli con altri elementi desunti dal contesto urbano, potrà pervenire ad una serie di elaborazioni, con l’individuazione anche delle aree più a rischio, per poter fornire uno strumento innovativo di prevenzione ad amministratori locali e forze di polizia.
“Di questo protocollo mi piace sottolineare due aspetti – ha sottolineato la vicesindaca Giachi – anzitutto il valore concreto della ricerca, quale radice e possibilità di crescita di una comunità civile. Questo progetto di ricerca incrocia settori vitali della nostra esperienza di cittadine e cittadini come la sicurezza e la progettazione della città”. “Il secondo aspetto – ha aggiunto – riguarda i risultati di una studio come questo: penso ad esempio a tutto l’apparato regolativo delle autorizzazioni, dei permessi a costruire. Risultati che potranno orientare l’attività amministrativa nel momento in cui incrocerà la progettazione dello spazio pubblico”. “C’è una ergonomia della sicurezza che merita di essere approfondita – ha concluso la vicesindaca – soprattutto nel dialogo tra le istituzioni della ricerca e quelle che devono decidere concretamente sul territorio. Ad esempio nella progettazione degli edifici pubblici, degli accessi, delle vie di fuga”.