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A Firenze ‘Eredità delle donne’ di Dandini, 300 appuntamenti dal 4 al 6 ottobre

Concita de Gregorio, Geppi Cucciari, Michela Murgia, Valeria Parrella, ma anche Elsa Fornero, Donatella Bianchi e Carlotta Sami: sono solo alcune delle protagoniste della seconda edizione del festival ‘L’eredità delle donne’ ideato a diretto da Serena Dandini nel nome di Anna Maria Luisa de’ Medici, l’Elettrice Palatina, che si svolge a Firenze dal 4 al 6 ottobre che prevede oltre 300 appuntamenti. Una tre giorni di talk, spettacoli, presentazioni di libri e visite guidate, in diversi luoghi della città a partire dal teatro la Pergola dove Dandini condurrà due serate: ‘La città delle donne’ e ‘Vieni avanti, cretina!’. Tra gli appuntamenti annunciati oggi, in occasione della presentazione del programma definitivo, ci sono anche un panel dedicato alle donne nello sport con la giornalista Ilaria d’Amico e l’ex pallavolista Maurizia Cacciatori, un altro alla musica al femminile con la cantante Nada, il Caffè letterario con 16 appuntamenti, un dibattito dedicato all’emergenza climatica e l’anteprima assoluta del libro ‘Le nuove Eroidi’. Oltre 170, inoltre, gli eventi ‘Off’ organizzati dagli enti cittadini che hanno risposto alla chiamata del festival.
“É un festival ricchissimo di eventi, al punto che sembra impossibile si trovi solo alla seconda edizione – ha sottolineato nel suo intervento la vicesindaca Cristina Giachi – l’intelligenza di questa manifestazione risiede soprattutto nel fatto che il tema delle donne è affrontato chiamando le donne a parlare del mondo e non delle donne. Essa dimostra l’esistenza di un numero considerevole di donne competenti e creative nei più diversi campi del sapere”.
“Anche un’amministrazione comunale può fare molto per rispettare la presenza delle donne nella storia – ha aggiunto – noi siamo già tempo al lavoro per una nuova toponomastica con maggiore rappresentanza femminile. Nello scorso mandato sono state tributate a donne il 10% delle intitolazioni, più del doppio della media nazionale che si attesta intorno al 4%. I nomi delle donne, anche importanti, sono spesso confinati a cortili, salotti e corridoi mentre strade e piazze principali sono riservate ai maschi. Firenze è al lavoro per cambiare tutto questo e incrementare decisamente la rappresentanza toponomastica femminile”.
“Non ci stupiamo di questo perché la storia è raccontata in chiave soprattutto maschile – ha sottolineato la vicesindaca Giachi che è anche assessora alla toponomastica – da qualche tempo, però, il Comune ha deciso di riequilibrare recuperando i nomi della donne importanti che non hanno un’intitolazione”.
“Stiamo procedendo con la dedica di un ponte della tramvia a Margherita Hack – ha concluso – e ne intitoleremo uno a Monna Tessa. La toponomomastica racconta il modo nel quale ci vediamo e ci rappresentiamo. Se continuiamo a vederci solo parzialmente trasmetteremo questa visione anche alle cittadine e ai cittadini giovani. Bisogna quindi sfruttare ogni possibilità, comprese quelle offerte della toponomastica, per creare occasioni educative e per crescere come comunità di uomini e di donne”.