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Passeggiata intitolata a Carla Voltolina

Era quella “bella ragazza mora” che aveva affascinato Sandro Pertini, la staffetta partigiana che incontrò a Milano, nel 1944 alla Bocconi, e che divenne sua moglie. A Carla Voltolina Pertini è stata intitolata una passeggiata di Firenze, quella che unisce via Baracca con via di Novoli. L’inaugurazione, questa mattina, con la vicesindaca e assessora alla toponomastica Cristina Giachi, Umberto Voltolina, fratello di Carla, i rappresentanti della Fondazione Sandro Pertini, il professor Valdo Spini e Paola Malacarne, responsabile dell’ ‘Associazione toponomastica femminile’ per la provincia di Firenze e Prato
Nel pomeriggio, invece, la Sala d’Arme di Palazzo Vecchio ha ospitato la presentazione del volume “Carla Voltolina”, di Antonella Braga, che rientra nella collana curata da Luisa Steiner dedicata alle donne che sono state protagoniste della vita sociale, politica e culturale della nostra Repubblica. L’iniziativa ora organizzata dalla Fondazione Sandro Pertini insieme al Comune.
“Una donna straordinaria e coraggiosa, un simbolo di libertà e di indipendenza – ha dichiarato la vicesindaca Giachi – una indipendenza che le ha consentito di essere protagonista del suo tempo. Le tante donne protagoniste della nostra storia, come Carla Voltolina, sono oggi per noi fattori di identità. E per questo le vogliamo sempre più presenti nei nomi delle nostre strade e dei luoghi che ci sono cari”.
Carla Voltolina Pertini era scomparsa nel 2005 a Roma. Aveva 84 anni, una grande tempra, un amore devoto verso Sandro, una fede intoccata negli ideali della sua gioventù. Di una vita intera.
Torinese, figlia di un colonnello del regio esercito, dopo l’8 settembre decide di fare parte della Brigate Matteotti. Tra i molti compiti svolti come staffetta partigiana le verrà assegnato anche quello di assumere la responsabilità della sicurezza di Sandro Pertini nel viaggio dal Monte Bianco a Torino e poi a Milano. In seguito svolse la sua azione clandestina nella Marche, dove combatté nella formazione di Pietro Capuzi, venendo arrestata dalle SS a Visso durante un rastrellamento il 2 aprile 1944. Ai primi di giugno di quello stesso anno, Carla entra nel comitato esecutivo della Federazione giovanile socialista. Raggiunta Roma, collabora con Eugenio Colorni nella redazione della stampa clandestina. Il 14 febbraio 1945 è a Milano, qui sarà tra le protagoniste dell’azione antifascista organizzata dai giovani socialisti alla “Bocconi”, Il 25 aprile 1945 festeggiò con Sandro Pertini la Liberazione di Milano dal nazifascismo. Giornalista fin da periodo clandestino, iscritta all’Ordine dal 1945. Collaborò nel dopoguerra con “Il Lavoro” e con la Rivista dell’Unione Donne Italiane “Noi Donne”. Svolse attività di giornalista parlamentare fino a quando Sandro Pertini non divenne Presidente della Camera, ritenendo incompatibile tale sua attività con la carica istituzionale assunta dal marito. Fu autrice di inchieste sul mondo carcerario, sugli anziani e sulla prostituzione. Pubblicò nel 1955 con la senatrice Lina Merlin, il volume “Lettere dalle case chiuse”. Dopo avere conseguito la seconda laurea in psicologia, si applicò come psicoterapeuta volontaria in analisi prima a Roma, poi Milano ed infine, per lungo tempo, a Firenze, in particolare presso il servizio diagnosi e cura psichiatrica dell’ospedale di Santa Maria Nuova.